ELEZIONI POLITICHE 2022. RIFLESSIONI

Ecco alcune riflessioni sul voto di domenica scorsa

CENTRODESTRA

Vince la Meloni a livello nazionale e stravince all’interno della coalizione. Questo, se all’interno del centrodestra si volesse cercare il pelo nell’uovo, potrebbe essere un problema. La Meloni dovrà ricordarsi cosa successe a Renzi col suo quasi 41% delle europee del 2014 quando era alla guida del PD e cosa successe a Salvini sempre alle europee ma nel 2019 quando raccolse con la Lega il 34%. Il credersi sopra a tutti, pensare di poter fare da soli, comportandosi da padre padrone dentro al partito e con gli alleati li ha portati al tracollo in breve tempo come ben sappiamo. La coalizione di centro destra ha una maggioranza chiara e netta per governare come non accadeva in Italia da almeno 20 anni senza ricorrere a pastrocchi post-elettorali (leggasi alleanze al di fuori di quelle presentatesi in campagna elettorale), ma la Meloni dovrà essere brava a formare una compagine di governo che si basi non solo sui numeri che la vedrebbero cannibalizzare le poltrone, ma anche e forse soprattutto sul rispetto degli alleati, oggi come non mai in grossa difficoltà numerica. Se così non fosse, la cosa potrebbe indebolire il governo nascente più di quel che si possa immaginare guardando i numeri oggi a disposizione.

A proposito della Lega mi sono domandato perché Salvini, dopo non averne imbroccata mezza dalla famosa e precipitosa caduta del governo giallo-verde in avanti, non sia stato sostituito al comando del partito prima che iniziasse la campagna elettorale. La spiegazione è semplice. La Lega da Bossi in avanti ha sempre avuto tradizionalmente dei leader forti, impattanti a livello mediatico e carismatici sull’elettorato. Chi avrebbe potuto quindi sostituire Salvini? Forse Giorgetti, fine di pensiero ma con pochissimo appeal sugli elettori? Oppure Zaia o Fedriga, che sicuramente hanno delle carte da giocarsi ma sono al momento troppo legati alle logiche di territorio?

Lo stesso discorso vale per Forza Italia. Difficile sostituire l’ormai anziano Berlusconi. Forza Italia è stata la sua creatura ed i personaggi di cui si è sempre circondato hanno brillato di luce riflessa. Forse qualcuno pensa davvero che Tajani potrebbe avere le physique du rôle per reggere le sorti del partito? E chi altri?

Troppo piccoli al momento i numeri di Noi Moderati, compagine di Toti, Lupi e Brugnaro per poter trarre conclusioni. Hanno messo dentro alcuni candidati all’uninominale, difficile al momento capire quanto spazio potrebbero avere al governo

CENTROSINISTRA

Se Salvini sono alcuni anni che non ne imbrocca mezza, cosa dire del PD e di Letta? Un partito di sinistra che da anni rincorre la destra (non disdegnando di allearcisi se i numeri non consentono di farlo come maggioranza uscita dalle urne), con leader scialbi e con argomenti lontani dalle esigenze più materiali del popolo. Ha senso di insistere sui diritti civili, delle minoranze, quando la maggior parte dell’elettorato li sente assai più distanti di quanto non dicano le esigenze della pancia? Ed ha senso che alla testa del partito venga chiamato un leader snob ex democristiano, richiamato per l’occasione da Parigi per risollevare le sorti di un partito che di tutto aveva bisogno tranne che di un leader lontano dai modi e dallo stile delle persone comuni a cui la sinistra dovrebbe soprattutto guardare? Ha avuto senso per il maggior partito della sinistra italiana avere appoggiato in questi anni i governi Monti, Draghi (espressioni della finanza tanto lontana dalle istanze popolari) e ad allearsi con chiunque pur di governare a qualunque costo? L’altra sinistra mi pare non pervenuta, persa nelle scissioni e cambiamenti di nome che ormai nessuno, neppure gli iscritti forse, riesce più a ricordare

TERZO POLO

Si uniscono per la disperazione non trovando altre possibilità di alleanza pre-elettorale dopo essersi tanto odiati, ma Renzi e Calenda insieme fanno capire che un terzo polo ad oggi non ha futuro. Le previsioni più ottimistiche dei due leader pensavano allo sfondamento del 10% ma i risultati non sono stati certo confortanti anche se previste dalla maggior parte degli analisti politici. Chissà che in Parlamento l’unione tra i due non si sciolga come neve al sole. I due leader già si mal tolleravano prima, mi riesce difficile pensare che da una sconfitta due galli in un pollaio possano trovare modo di rasserenarsi

MOVIMENTO CINQUE STELLE

Conte è il vero vincitore di queste elezioni insieme alla Meloni ed al partito dell’astensione. Ha condotto una campagna elettorale pressoché perfetta puntando alla pancia degli elettori della prima ora con temi quali reddito di cittadinanza, rinnovabili, salario minimo, limite dei due mandati e tenendo le distanze da destra e sinistra. Sicuramente aver fatto cadere Draghi e dissociarsi dalla sua agenda è stato un buon viatico, così come essere l’unico partito (a parte quelli minori) ad avere storto il naso sulla gestione della crisi Ucraina-Russia. Avesse avuto ancor più coraggio dichiarandosi non solo contrario all’invio delle armi a Zelensky ma anche alle sanzioni contro la Russia, forse avrebbe potuto raggiungere persino il Pd, tanto è forte nel paese il movimento d’opinione critico su questi temi. Dimenticavo…Conte è stato anche fortunato. Di Maio gli ha fatto un bell’assist mollando il M5S e criticando Conte proprio per aver abbandonato il governo Draghi al proprio destino. Era proprio quello che volevano sentirsi dire gli elettori del M5S…

PARTITI MINORI

Detto di Di Maio, più bravo nell’aver portato voti a Conte che alla propria nuova forza politica, fa specie che nessuno dei partiti di rottura abbia raggiunto la soglia del 3% per entrare in Parlamento. Italexit di Paragone sembrava potesse farcela alla vigilia ma il risultato è stato inferiore alle attese, così come per Italia Sovrana e Popolare di Marco Rizzo, partito comunque più indietro nei sondaggi. Col senno di poi unire le forze sotto un unico simbolo avrebbe giovato alla causa, ma evidentemente erano troppo forti le divisioni ideologiche di base per unirsi. Basti pensare alla revoca dell’accordo tra Italexit ed Alternativa, già sottoscritto e poi rigettato da Alternativa con accuse a Paragone per avere arruolato ex militanti di destra

PARTITO DELL’ASTENSIONE

Unico partito a crescere sempre. Via via sono sempre più i disaffezionati alla politica, coloro che non credono a nessun partito, che pensano che nessuna forza politica possa portare ad un miglioramento economico e sociale degli elettori. Leggendo i flussi elettorali al link https://cise.luiss.it/cise/2022/09/26/i-flussi-elettorali-tra-politiche-2018-e-politiche-2022/ si evidenzia come la maggior parte dei non votanti sia costituita non solo da chi si astenne già nel 2018 ma anche da chi votava Lega, PD e soprattutto M5S, spiegando così il fatto che al sud, dove si è registrata la maggior astensione, si siano avuti anche i migliori risultati del M5S. Altro dato interessante è quello che si evince su https://it.euronews.com/2022/09/25/elezioni-italiane-affluenza-ancora-in-calo-alle-radici-dellastensionismo dove si vede come l’astensionismo sia maggiore nelle categorie più economicamente disagiate. E non è casuale quindi che di anno in anno, peggiorando le condizioni economiche e sociali dell’Italia, cresca pure l’astensione

Pubblicità

AUTOSTRADE: LA FARSA DELLA REVOCA

Era il 15 agosto ed il governo annunciava sull’onda emotiva del crollo del giorno prima del ponte Morandi che ad Autostrade per l’Italia (ASPI) sarebbe stata revocata la concessione delle tratte autostradali che aveva in gestione fino a quel momento. Cominciarono subito gli scricchiolii legali e le voci contrarie su quella decisione. Ricordiamo che Salvini all’epoca governava col M5S, ma anche da parte del centrodestra escluso dalla coalizione, nonchè dal PD (Renzi in primis) ci furono prese di posizione chiaramente contrarie alla revoca.

Ricordiamo poi cosa si decise in merito alla ricostruzione del nuovo ponte sul Polcevera: ASPI non avrebbe preso in mano neppure una cazzuola ma lo Stato la obbligò pagare le spese della ricostruzione. Oggi il ponte è stato quasi ultimato con tempi oggettivamente celeri. E’ il sistema che viene citato orgogliosamente come il modello Genova, con tutte le forze politiche e tecniche che hanno proceduto spedite marciando unite nella stessa direzione, nel nome del bene comune. Nel frattempo però i costi sono stati sostenuti dallo stato, o meglio…anticipati dallo stesso, nell’attesa che ASPI tiri fuori i soldi.

Se però da una parte abbiamo il modello Genova, guardando alla rete autostradale dobbiamo pensare al modello Liguria, con una miriade di cantieri infiniti e con ispezioni che hanno evidenziato in maniera pesante il degrado in cui versano le nostre autostrade. Del resto questo grafico parla chiaro…

Cosa ci si poteva aspettare quindi di diverso?

Resta il fatto che ci troviamo di fronte a paradossi che come direbbe qualcuno “mettono le mani nel sangue”:..

1 – Sulla concessione non è stato ancora stabilito nulla, la parola revoca resta tale, non abbiamo ancora una decisione del governo in merito. Nel frattempo è cambiato l’alleato del M5S nel governo Conte. La Lega ha lasciato il posto al PD ma non cambia nulla. Pare che gli unici a voler la revoca siano ormai i 5S che però sembrano come un pugile suonato in mezzo al ring, dopo averle prese prima da un avversario e ora da un altro

2 – Abbiamo un ponte nuovo, costruito dallo stato, coi soldi nostri, in tempi ragionevoli ma il problema è arrivare al ponte, con una rete fatiscente e continuamente rattoppata. Lo Stato in questo caso ha funzionato, ASPI ha fatto pena, nonostante quel che è successo col Morandi che avrebbe dovuto insegnare almeno qualcosa

3 – ASPI non vuole neppure pagare le spese di ricostruzione del ponte. Si attende la decisione della Consulta a cui ASPI si è appellata e purtroppo non è detto che alla fine ASPI non possa aver ragione

4 – Per completare la farsa, non avendo deciso ancor nulla sulla revoca, lo Stato affida temporaneamente la gestione del nuovo “Morandi” ad ASPI! Bingo!!!

Alcune considerazioni personali:

ASPI ha messo in piedi in Liguria centinaia di cantieri, paralizzando un’intera regione, con danni economici incalcolabili. Ci sta privando di diritti quali quello alla mobilità, quello al lavoro e quello anche di poterci curare a dovere, dati gli appuntamenti medici saltati e mettendo a rischio gli interventi di soccorso. Tutto questo non è casuale a mio parere: chi in un momento come questo può pensare di togliere la concessione ad ASPI e trovare un soggetto che possa in poco tempo risolvere i problemi che ASPI ha creato? ASPI ha deciso di tenerci in ostaggio, ha creato il problema ma vuol farci credere di essere l’unico soggetto a poterlo risolvere.

Le strade politiche non hanno funzionato e non stanno funzionando. Vediamo solo politici che provano a cavalcare il momento, da una parte e dall’altra. E quei pochi che vorrebbero passare alle vie di fatto, completamente incapaci ed impotenti di agire (e questa non vuole certo essere un’attenuante o una scusante…).

Resta la protesta dal basso, non politicizzata e che possa sfociare in un’azione legale contro ASPI. Da qua la class action che stiamo promuovendo come Gruppo Viabilità Valli Stura ed Orba. Tutte le info sul gruppo https://www.facebook.com/groups/1232916326896974

IL VIRUS DELLA CATTIVERIA

Non voglio sminuire la pericolosità del virus ma ci sono alcune cose che oggi mi fanno più paura del Covid-19. E mi fanno paura per un motivo molto semplice: dal virus bene o male ne usciremo. Per la cattiveria e in parte anche per l’ignoranza (perché per questo bisognerebbe leggere e studiare un pò di più) rimedi non ce ne sono. Qualcuno parlando con mia moglie di persone che sono dedite a fare delazioni per chi sta 5 minuti in più fuori casa andando a gettare l’immondizia, le ha detto: “La gente sta diventando cattiva”. Credo che lei le abbia dato la risposta giusta: “No, ti sbagli. La gente é sempre stata cattiva ma prima mascherava meglio. Ora esce fuori il peggio”. Così come a me mette molta tristezza vedere l’assoluta mancanza di empatia nelle persone. Ognuno rintanato nella propria paura e nel proprio egoismo. Basta aprire Facebook in questi giorni per capire di cosa parlo. Gente che vuol sapere chi é il nuovo positivo al tampone in paese appellandosi al senso civico dei famigliari del malato. Ma quale senso civico mette in pratica chi fa questa richiesta, dettata dal mettersi al riparo da eventuali contatti con il malato e non per poter eventualmente conoscere la famiglia e mettersi in contatto con essa, per una telefonata di solidarietà? Quella famiglia che riceve al giorno una telefonata dall’ospedale, aspettando quel tempo nella speranza di sentire buone nuove. O che in caso di decesso del congiunto sa di averlo lasciato morire da solo e di non potergli garantire una degna e partecipata sepoltura…

Volete un altro esempio di questa mancanza di empatia? Leggo di molti che vorrebbero la chiusura di tutte le attività lavorative non essenziali. Va bene, anche quella della mia azienda é tra queste e non vi dico quanto di fatto per me sia già oggi impossibile lavorare, districandomi tra materiali e merci che non arrivano, ordini persi e crediti già difficili da esigere in tempi normali ed impossibili adesso. Bene, io ho un’idea diversa su quel che significa fermare davvero tutto ma questo non importa. Voglio però far notare che non leggo e non sento NESSUNO e ripeto NESSUNO che dica: “Fermiamo tutto a patto che a chi non lavora si riconoscano aiuti dignitosi per poter continuare la propria attività domani e la propria sussistenza oggi (per lui e per la sua famiglia)”. Questa dovrebbe essere la premessa. Già oggi molte attività sono ferme (bar, ristoranti, negozi di vario genere). Per loro qualcuno ha mai alzato un sopracciglio chiedendosi come faranno a sopravvivere? Qualcuno che ovviamente non sia al riparo da una pensione o da un lavoro da dipendente…

Ci sono poi altri individui che mi fanno sorridere ed incazzare allo stesso tempo. Sono quelli che fino a ieri se la prendevano con chi usciva di casa (senza ovviamente sapere il perché molti lo facessero). Oppure quelli che se la sono presa coi milanesi “fuggitivi” la famosa notte dell’8 marzo. Noto che molti tra i primi, oggi che é stata tolta la possibilità di fare passeggiate o la corsetta lontano da casa, oggi iniziano a farsi qualche domanda e a lamentarsi della restrizione delle libertà. Perché é ovvio che togliere le libertà agli altri é sacrosanto ma quando toccano le nostre ci si arrabbi. Mentre per i secondi, quelli che criticavano i milanesi, credo ci voglia un pò più di onestà intellettuale (ah questa sconosciuta…). Siate sinceri…quanti di voi col terrorismo che é stato fatto prima e col famoso decreto dato alle stampe prima di averlo messo nero su bianco, sarebbe rimasto segregato a Milano pur essendo residente altrove? Io lo ammetto candidamente: non so cosa avrei fatto perché ci sono situazioni in cui credo ci si debba trovare per potersi esprimere, ma di sicuro non biasimo chi é scappato nottetempo da quella città che sembrava diventare, stando alle cronache e al decreto annunciato, un carcere a cielo aperto. Un pò come sono oggi tutte le nostre città. Peraltro, paradossalmente, chi avrebbe voluto relegare i milanesi nelle proprie abitazioni non facendoli uscire dalla città, é lo stesso che magari ha sbraitato contro gli stati che per primi a causa del Coronavirus ci hanno chiuso le frontiere

Chiudo con una sconsolante considerazione, toccando un ultimo punto non meno grave: oggi leggo molti che invocano la dittatura e l’esercito per far rispettare il coprifuoco (chiamiamolo col suo vero nome). Addirittura mi é toccato leggere che anche i giornalisti dovrebbero stare a casa perché diventano portatori del virus…

A prescindere dal fatto che ognuno é libero di pensarla come crede, ma proprio perché ognuno deve rimanere libero di pensarla come crede, a me certi discorsi spaventano e non poco. Non sminuisco il Coronavirus, ma lo dico sinceramente: giusto lo stare a casa, cercare di fare prima di tutto noi cittadini da argine al propagarsi della malattia ecc… Ma non andiamo oltre con certi discorsi. Che a me fanno più paura del virus stesso. Parere mio, s’intende…

LIBERI PENSIERI DI FINE ANNO 2019

Oggi non voglio parlarvi del mio anno, quello conta poco nel contesto generale delle cose. Voglio parlarvi però della situazione attuale dell’Italia e della Liguria in particolare, dove quel che vi racconto si manifesta in tutta la sua gravità. Per parlarvene però devo fare un passo indietro, molto indietro nel tempo, precisamente agli anni di Tangentopoli. Se ricorderete, fino a quegli anni nessuno si é mai preoccupato del debito pubblico. Cresceva e neppure poco ma non si é mai rivelato un problema, almeno non é mai stato portato all’attenzione dai media come tale. Invece con Tanegentopoli abbiamo scoperto che la nazione era stata depredata in lungo ed in largo, i partiti ed i politici rubavano, senza accontentarsi delle tangenti ma facendo crescere pure il debito pubblico in maniera spropositata per soddisfare le brame di qualcuno (tanti) di loro. Più spesa pubblica, più appalti, più tangenti. Questo era l’assioma.

Ed ecco quindi che ci si domanda nel 1992 come cambiare le cose, come ridurre il debito. Lasciamo stare il prelievo forzoso sui conti correnti del governo Amato e pensiamo alla soluzione parallela…

Bisogna ridurre il debito pubblico vendendo attività dello stato, privatizzando i beni pubblici. Ecco così che dal 1992 al 2002 avviene tutta una serie di (s)vendite di asset preziosissimi, cominciando da società alimentari e passando attraverso Telecom, Eni, Autogrill ed infine Autostrade. Guarda caso…tutte società redditizie per lo stato. Perché é ovvio che il privato voglia investire dove si guadagna e non dove ci si rimette. Non é un caso che Alitalia sia come la bella di Torriglia che tutti la vogliono ma nessuno la piglia, che nella sanità i privati investano su esami diagnostici ma che le grandi e costose operazioni restino in mano agli ospedali statali fatta eccezione per alcuni casi

In sostanza, per venire ai giorni nostri, oggi ci si stupisce di quanto avviene per Autostrade? Qualcuno credeva che i Benetton ci facessero un trattamento di favore? Il problema é che il nostro sistema é ormai tanto corrotto (anche legalmente sia chiaro…i contributi elettorali sono convinto che siano nella maggioranza dei casi nero su bianco e che violino l’etica ma non la legge) che ci tocca persino sentire i dirigenti di Autostrade il giorno dopo il crollo del Morandi lamentare le speculazioni che potrebbero rovinare le azioni in borsa della società. Questo hanno detto, ancor prima di esprimere il cordoglio per i morti! Oppure sentire che in caso di revoca della concessione pretenderanno i 23 miliardi di penale previsti. Ancor prima che qualcuno ricordi loro i danni causati al nostro paese, alle nostre infrastrutture. Nonché i danni ai privati cittadini, costretti a code interminabili per raggiungere i luoghi di lavoro e di studio, gli ospedali per fare degli esami ecc…

Ora…se la politica non vuole, non può o non riesce a togliere la concessione a questi signori, vorrei che ci pensasse la Magistratura. É triste e fa rabbia pensare che la politica debba o voglia abdicare di fronte a questo, ma così é se vi pare…

P.S. Ultima ma non meno importante considerazione: il debito pubblico anche dopo le privatizzazioni ha continuato a salire. Le privatizzazioni sono state una conseguenza del problema “debito pubblico” o il debito pubblico é stato il pretesto per privatizzare? Mi fermo qua…Buon anno amici, che il 2020 sia a livello personale e sociale migliore di quello passato. Ed un augurio affinché non vi passi mai la voglia di ragionare e di farvi domande su quanto accade. Solo questo (forse) ci salverà

PD – M5S: QUESTO GOVERNO S’HA DA FARE

La direzione Pd oggi ha deliberato i 5 punti necessari affinché si possa esplorare la possibilità di fare un governo istituzionale di larghe convergenze. In parole povere, sono stati stilati 5 punti per mettere in piedi un governo insieme al M5S come da giorni ormai sembra profilarsi all’orizzonte. Vediamo quali sono i 5 punti:

1 – Appartenenza leale all’Unione europea;
2 – Pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa, a partire dalla centralità del parlamento;
3 – Sviluppo basato sulla sostenibilità ambientale;
4 – Cambio nella gestione di flussi migratori,con pieno protagonismo dell’Europa;
5 – Svolta delle ricette economiche e sociale, in chiave redistributiva, che apra una stagione di investimenti

In pratica 5 punti generici che più generici non potevano essere, che sembrano fatti apposta per non farsi dire di no e per fare un governo con Di Maio. Vediamo di analizzarli uno per uno:

1 – Appartenenza leale all’UE

Di Maio lo dice da tempo, l’UE e persino l’euro non sono in discussione. Lo ha detto persino Salvini pronto a rimangiarsi la sfiducia a Conte dopo essersi reso conto dell’idiozia di farne cadere il governo. A proposito…state certi che da da domani Salvini tornerà ad essere no euro, ci scommettete?

2 – Pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa, a partire dalla centralità del parlamento

Lo stesso Conte (che i 5S vorrebbero riconfermare a Palazzo Chigi) é stato bravissimo a parlamentarizzare la crisi di governo. É pur vero che i 5S sono per la democrazia diretta, ma é evidente che richiamando alla centralità del Parlamento (citando il punto programmatico del PD) e dopo un’esperienza di governo appena chiusa, nessuno possa pensare tra i 5S che non si riconosca il ruolo centrale delle Camere. É lapalissiano

3 – Sviluppo basato sulla sostenibilità ambientale

Questo punto sembra fatto apposta per far venire l’acquolina in bocca al M5S, da sempre propugnatore dell’energia pulita, dei prodotti a km zero, del no agli inceneritori ecc…

4 – Cambio nella gestione di flussi migratori,con pieno protagonismo dell’Europa

Potrebbe sembrare il punto più controverso ma non lo é affatto. Conte nel suo intervento di ieri in Senato ha di fatto sconfessato Salvini, criticandone il modo poco ortodosso di gestire l’emergenza degli sbarchi, dicendo più volte di come la Presidenza del Consiglio abbia sempre cercato di discutere in seno all’UE di queste problematiche, senza slogan ma con molta diplomazia. Il cambio di passo sembra quindi già più che accennato. Ma poi va sempre chiesto al Pd a quale politica si riferisca. Vogliamo ricordare di quanto Minniti, in modo sicuramente più diplomatico e non meno efficace di quello del successore Salvini, fosse riuscito già a fermare gli sbarchi sul suolo italiano? Non credo che si voglia creare una discontinuità degli effetti delle politiche di Minniti prima e di Salvini poi. Ci si accontenterà del cambio di rotta rispetto alle forme e ai modi del leader della Lega e nulla più

5 – Svolta delle ricette economiche e sociali, in chiave redistributiva, che apra una stagione di investimenti

Altro punto che sembra fatto apposta per accontentare il M5S. Tralasciamo anche in questo caso la generalità della proposta. Pensiamo veramente che il M5S che si é battuto da sempre per il reddito di cittadinanza e per il salario minimo garantito, possa dire di no a questo punto? Volete che esista tra i 5S chi non possa accettare l’idea di una redistribuzione della ricchezza, finalizzata agli investimenti e alla crescita economica?

Insomma, a meno di novità clamorose e dopo le inevitabili manfrine da entrambe le parti, la strada per un governo giallorosso sembra ormai spianata. Con la soddisfazione probabilissima di un Mattarella che immagino si ricordi ancor bene di quanto fu lungo e ad ostacoli (alcuni messi anche da lui, ricordiamocelo) la nascita del governo Conte

IL RITORNO DI MARIO E LUISA: LE PROSSIME ELEZIONI EUROPEE

Era da tempo che non assistevo ad un dialogo tra Mario e Luisa ma proprio poco fa sono andato a prendere il caffè da loro e vi racconto cosa si sono detti

M. – Belin ma adesso cosa dirà la Boschi dei nuovi dati Istat sulla crescita del Pil?

L. – Beh…é solo lo 0,2% mica l’1% che aveva prospettato il governo in fase di legge di bilancio…

M. – Ho capito, ma proprio nei giorni scorsi la Maria Elena aveva detto che guarda caso cambiando governo si era finiti in recessione. Belin ma ne azzeccassero mai una per sbaglio…

L. – Almeno avrebbe potuto aspettare gli ultimi dati

M. – Già…comunque é incredibile…

L. – Che cosa?

M. – Che critichino questo governo a tutto spiano dando loro dei fascisti e criticando persino manovre che se le giudichi per quel che sono, sono davvero di sinistra. Come si può avere la faccia di criticare la quota 100 o il reddito di cittadinanza da parte di uno che si definisce di sinistra?

L. – Beh…le criticano perché non le hanno fatte loro. Mi sembra normale. O meglio é normale nel gioco del tifo politico. Ma non é onesto, su questo non ci piove

M. – Poi anche sta cosa di dare dei fascisti agli altri…a me sembra più fascista chi non accetta le opinioni altrui. Ma ormai la politica é questa: etichette e tifo. Forse é per questo che ormai io e te ne parliamo poco

L. – Già…e l’ultima volta non siamo neppure andati a votare. Del resto nessuno mi convinceva. Non dico tra i trombati che neppure li prendevo in considerazione ma neppure tra quelli che poi hanno vinto. Così come non mi convince nessuno adesso. Però bisogna essere onesti…ha ragione Scanzi

M. – Scanzi? Ma se lo hai sempre odiato…

L. – Sì ma giustamente dice che questo non sarà il miglior governo possibile ma neanche uno dei peggiori e vedere tutto l’accanimento mediatico che subiscono mi da il voltastomaco.

M. – Ma vedrai che questo accanimento come lo chiami tu, si rivolterà contro chi lo mette in atto o chi lo ispira. Hai visto i dati?

L. – Sì…Salvini stravincerà. E il M5S non credo perda molto. In sostanza tutti dicono che cada il governo da un giorno all’altro ma secondo me ne uscirà rafforzato

M. – Dall’altra parte vogliono cantare il De Profundis a Salvini e Di Maio con l’inno alla gioia come sottofondo

L. – Cosa ti dicevo poco fa? Ne azzeccassero mezza per sbaglio…

DEL MAL DI SCHIENA, DELL’UE E DI ALTRI DEMONI

Sarà questo mal di schiena che mi tortura da giorni e mi fa pure dormire poco, ma oggi sono alquanto irascibile e soprattutto mi vengono meno quei filtri che da tempo mi sono imposto per non parlare sui social di politica. A dire il vero di politica mi sono per lungo tempo disinteressato ma siccome odio le ipocrisie ed i luoghi comuni, nel momento in cui leggo certe cose non posso tacere.

Cominciamo dall’uccisione del povero sindaco di Danzica. Leggo diversi post (ma anche articoli di giornale) in cui lo si vuol far passare per martire puntando sulle sue politiche filo europee e per la sua apertura all’immigrazione. Non discuto (anche perché non ne ho i mezzi per farlo) che possa essere stato un ottimo sindaco (come viene riconosciuto da più parti) e che abbia portato avanti le sue idee in maniera coerente e convinta. Ma non é stato ucciso per quello. La mano che lo ha ammazzato era quella di uno squilibrato uscito dal carcere ed arrabbiato con le istituzioni perché a suo dire é stato maltrattato e vittima di ingiustizie

Secondo motivo di prurito alle mani (in senso metaforico s’intende…non sono affatto un violento…): Juncker che fa mea culpa sulla Grecia e sul modello di austerity imposto in Europa. Non so se ridere o piangere…dopo aver permesso che la povera Grecia venisse massacrata ed aver imposto un Monti in Italia come liquidatore fallimentare, adesso, guarda caso alla vigilia del voto europeo, si ritrova a volersi rifare una verginità politica. Ha ragione Di Maio (non gli davo ragione da anni credo…): sono lacrime di coccodrillo, inutile piangere sul latte versato. Si ritiri nel suo Lussemburgo, paradiso fiscale, nessuno di noi sentirà la sua mancanza

Infine, in Inghilterra il Parlamento boccia il piano della May per la Brexit. Gongolano i laburisti che chiederanno le dimissioni della May e gongolano gli euroburocrati europei e i loro aficionados o pasdaran. Godano pure…li rimetterà a posto, loro ed il loro spirito democratico di facciata, il voto europeo di primavera. Loro che non rispettano l’esito democratico di un referendum quale quello della Brexit. Se ne accorgeranno tutti…i laburisti che dovranno dire in patria (se dovesse cadere la May) cosa vorranno fare. Tradire gli elettori sconfessando la Brexit o facendo una letterale figura di emme per aver fatto tanto rumore per nulla? E gli euroburocrati che tifano contro la Brexit, sanno quanti gilet gialli faranno nascere col loro atteggiamento in tutta Europa?

Bene…speriamo che mi passi presto il mal di schiena sennò temo che dovrò ricominciare a scrivere più spesso di prima 😉

E SE SUI MIGRANTI SALVINI AVESSE RAGIONE?

Chi mi conosce bene sa che non son mai stato un fan di Salvini (mai votato nè lui nè la coalizione di centro destra in cui militava prima delle recenti elezioni) e che dopo aver militato nel M5S per tre anni ho lasciato tutto criticando fortemente il partito di Di Maio, che continua a non piacermi. Ho sempre cercato però di approfondire in maniera onesta le problematiche senza crearmi problemi nel difendere chi avesse a mio giudizio operato bene in una determinata circostanza, indipendentemente dalla simpatia politica personale. Credo quindi che non mi si possa accusare se in questo caso provo a prendere le difese della politica del governo in tema di immigrazione, argomento delicato e che vede opposte tifoserie più che liberi cittadini. Liberi principalmente di pensare senza pregiudizi. Per farlo ho dovuto cercare un pò di numeri e l’ho fatto soprattutto spinto dalla curiosità dovuta al fatto che la notizia secondo cui per Frontex erano diminuiti gli sbarchi in Europa, è stata pubblicata inizialmente solo su quotidiani di destra (Il Secolo d’Italia ed Il Giornale in primis), prima che finalmente dopo alcuni giorni venisse riportata ad esempio da Rainews. Ma ancor oggi se voi effettuate una ricerca su La Repubblica ed Il Corriere della Sera non troverete nulla di che. Perlomeno, per me così e stato e non credo di avere una rete internet diversa dalla vostra. Ecco quindi che questo fatto mi ha spinto ad effettuare alcune ricerche anche sui morti in mare dovuti ai naufragi dei barconi della speranza. Mai avrei pensato di imbattermi in dati molto circostanziati trovati sul sito della Fondazione Nigrizia, onlus impegnata negli aiuti al terzo mondo, da cui si evince che non solo gli sbarchi siano calati in Europa, pur avendo visto un incremento notevole sulla rotta spagnola a causa della chiusura dei porti italiani, ma che sia calato anche e fortunatamente il numero delle vittime in mare.

Le domande che quindi bisogna porsi sono:

Chi nella fattispecie critica tanto Salvini, conosce questi numeri? Ha provato a cercarli con 4 colpi di tastiera su Google o ha limitato l’uso delle dita ai social dove poter sbraitare contro il ministro ed i suoi alleati di governo?

Salvini avrà fatto cambiare il corso degli eventi bellici in Africa o semplicemente non tutti coloro che sbarcavano, arrivavano davvero da teatri di guerra?

Poi una cosa la vorrei dire sui sindaci disobbedienti che a sinistra vengono tanto osannati per la loro opposizione a Salvini sull’accoglienza: se io da cittadino dovessi disobbedire a voi non pagando tasse che ritengo inique, come mi giudichereste? Immagino che mi obblighereste a farlo o a far ricorso. Bene, che i sindaci in questione facciano ricorso oppure che si dimettano dalla carica. Tertium non datur.

Chiudo dicendo che prima di parlare di razzismo (che ahimè è presente, tanto che provo aberrazione per alcune questioni finite sui giornali che riguardano amministratori locali della Lega) e fascismo, occorre considerare quanto alcune scelte in realtà possano dar fastidio a pelle, ma col senno di poi debbano essere, senza pregiudizi, rivalutate

IL PONTE MORANDI E LA STORIA DELLA BADANTE LICENZIATA (di Claudio Ottolia)

Pubblico questo post del mio amico Claudio Ottolia sulla tragedia di ponte Morandi, che condivido in toto

 

“Vorrei intervenire per notare due cose sul crollo del viadotto Morandi. Comincerò  con una storia. Un mio amico aveva affidato sua mamma 80enne, ad una badante, lautamente ricompensata. Questa invece di sorvegliare la Signora (come da contratto) la sera usciva a divertirsi all’insaputa del mio amico che lavora fuori casa. Una sera la badante si dimenticò pure di alzare le sbarre di protezione del letto. La Signora cadde ed ebbe diverse fratture. Fu ritrovata il mattino successivo dalla vicina in stato confusionale. Il mio amico denuncio’ la badante in base all’articolo 571 del Codice Penale. Secondo voi attese l’iter giudiziario prima di licenziare la badante e sostituirla con una affidabile? Ora la risposta può essere una sola. Chi di voi si fidera’ ancora di Atlantia/Autostrade? Chi farà viaggiare a cuor leggero i propri figli, ad esempio sulla A6 To Sv dove ci sono tre viadotti pericolanti? Questi PRENDITORI (gli imprenditori sono altra cosa) ci dicono la verità? Alla luce di come si sono comportati dopo il disastro, come primo comunicato si sono preoccupati del valore delle azioni. Se lo Stato si comporta da “buon padre di famiglia”, come le leggi impongono a tutti noi, deve revocare la concessione e fare immediata verifica di tutti i ponti pericolosi che da venti anni sono gestiti da questi PRENDITORI. Ora a tutti i trombettieri a libro paga di questi PRENDITORI che ci prospettano 20 miliardi di rimborso, ricordo che grazie ai padri (quelli si) costituenti esiste l’articolo 43 della Costituzione, bastano due righe di legge per sciogliere un contratto leonino, è solo volontà politica. Ai giornalisti leccaculo e ai tifosi di partito (qualunque esso sia), spero abbiate figli che viaggiano in continuazione sui tronchi autostradali gestiti da Atlantia/Autostrade. Concludo con una cosa straordinaria: il PD ed anche Forza Italia tramite il deputato Anzaldi chiedono alla Consob di aprire un istruttoria per difendere gli azionisti di Atlantia. Mi viene un solo termine: “nauseante”. La politica e la democrazia hanno l’occasione di riprendersi il primato sull’economia e la finanza, fatelo e i cittadini e utenti (non clienti) ve ne saranno grati” (Claudio Ottolia)

L’IMMAGINE DELL’IMPOTENZA

Impotenza. Questo mi trasmette questa immagine, al pari di altre che oggi si sono viste in rete ed in tv sul crollo del ponte Morandi. La stessa impotenza che traspare da una toccantissima lettera di un infermiere del pronto soccorso, in vana attesa di feriti da salvare e da curare. Perché di feriti tra le persone precipitate dal viadotto ce ne saranno pochissimi purtroppo. In ospedale resterà il silenzio della morte e del dolore e l’impotenza di chi nulla potrà fare ormai per evitarle.

Oggi é quindi il momento del silenzio rispettoso delle persone mancate, dei loro cari e di coloro che aspettano ancora di avere una salma da seppellire, magari ancora con una piccola speranza in un miracolo sempre più improbabile a mano a mano che il tempo passa.

In mezzo a questo silenzio si sente ahinoi il raglio disordinato dei politici pronti a cercare i colpevoli, consapevoli di poterli trovare tra i colleghi degli altri schieramenti. Ed in questo raglio sì, i politici sono davvero tutti uguali, non singolarmente (le lodevoli eccezioni sono ovunque) ma come schieramento. Uniti stavolta da un unico colore, quello marrone che ben si addice a loro in questo momento.

Ma non fanno specie i tuttologi da web, quelli che a naso dicono che mancava il ferro nel pilone crollato, che la colpa é di tizio caio e sempronio tirando fuori documenti che escono sempre a tragedia avvenuta e mai prima. Quelli dell’io lo avevo detto ma che nessuno li aveva sentiti prima.

Cosa dire…solo che oggi piangiamo Genova, che diciamo all’unisono che si riprenderà perché é giusto dirlo per farci coraggio. Perché Genova lo ha già fatto altre volte dopo le alluvioni. Anche se sappiamo che ogni volta che Genova ha rialzato la testa ha perso qualcosa e che per di più questa ferita non é come le altre e sarà difficilissima da rimarginare. Perché le ripercussioni sulla città saranno enormi, sul porto, sul commercio, sull’umore e sulla vita quotidiana di tutti i genovesi. I tempi saranno sicuramente lunghissimi. Forse il ponte dovrà essere abbattuto interamente prima di essere ricostruito, con case da sgomberare e disagi ed indennizzi da gestire. Percorsi alternativi al caotico centro città oggi non esistono ed il percorso della Gronda tanto criticato é lontano dall’essere realizzato.

Quel ponte crollato é l’emblema di una città e di una nazione che ha imboccato la strada del declino da tempo e non si accorge neppure di quanto male si sia inflitta e si stia infliggendo. Non do colpe a nessuno, non sono un ingegnere, non sono un giudice e neppure un politico. Per professione posso dirvi come si può fare un mobile e come lo si mantiene nel tempo. Non posso e non voglio farlo per un ponte dell’autostrada. Posso e voglio solo dire che non mi piacciono le privatizzazioni (e quella delle autostrade non fa eccezione) e che prima di pensare alle grandi opere dobbiamo pensare a preservare il patrimonio di quanto i nostri predecessori ci hanno lasciato. Solo questo, anche se forse ho già detto troppo e chiedo scusa. Adesso datemi ancora un po’ di giorni (temo parecchi…) per metabolizzare il dolore per la mia città